LA PASSEGGIATA DELLE VILLE

Lasciando il centro cittadino da Piazza Cavour e costeggiando il lungo-lago si possono incontrare il Monumento alla Resistenza Europea, Il Tempio Voltiano e il Monumento ai Caduti.

Proseguendo ci s’imbatte in Villa Scacchi, che rappresenta l’inizio di quella che è chiamata Passeggiate delle Ville: una passeggiata sulla riva del lago che ci offre da un lato le bellezze naturali e panoramiche del Lario e dall’altro quelle architettoniche delle eleganti ville sorte sulle sue rive. Prima di cominciare tale passeggiata, utilizzando la stradina che affianca Villa Scacchi si può raggiungere la chiesa di S.Giorgio che si trova esattamente alle sue spalle.

 

Ripercorrendo al contrario la strada potremo quindi incominciare la passeggiata, la cui bellezza raggiunge l’apice presso Villa Olmo, la splendida dimora neoclassica che con il suo parco si apre proprio sulle rive del lago.

TEMPIO VOLTIANO

Eretto in occasione del centenario della morte di Alessandro Volta (1827-1927) su progetto dell’architetto F.Frigerio, e per la munificenza dell’industriale comasco F.Somaini, fu inaugurato il 15 luglio del 1928. E’ un’opera in stile neoclassico, contenente al suo interno una vasta sala sormontata da una cupola con reperti degli studi fatti e dagli strumenti utilizzati dal Volta.

Vi sono contenuti anche numerosi strumenti quali elettrofori, condensatori, bottiglie di Leida, lucerne ed accendilumi, oltre a strumenti per lo studio della dilatazione dell’aria e dei vapori e per la meteorologia.

Non poteva mancare naturalmente tra questi oggetti la pila, oggetto per cui il Volta viene maggiormente ricordato e di cui sono presenti numerosi tipi. Vi si conserva anche la pagina con gli autografi dei grandi fisici che lo visitarono prima dell’inaugurazione ufficiale, avvenuta nel 1928.

 In quell’ anno Como, organizzò il Convegno mondiale di fisica, a cui parteciparono ben undici premi nobel.

MONUMENTO AI CADUTI

Fu progettato da G.Terragni con la collaborazione del fratello Attilio negli anni ’30, ispirandosi al progetto del 1914 della “Torre faro” di A.Sant’Elia, che venne scelto da F.T.Marinetti (fondatore del movimento futurista a cui aderì anche il Sant’Elia - vedi approfondimento Parte quarta) nel 1930 fra i disegni dello scomparso architetto perché servisse da modello per il monumento. Dopo un primo intervento, il lavoro finì per essere affidato nel 1933 al Terragni, che apportò delle modifiche all'aspetto esteriore.

L'edificio presenta una complessa struttura in cemento armato, sulla quale sono posti i possenti blocchi di pietra del Carso, a memoria dei luoghi dove si era combattuto.

L'iscrizione sul fronte è la seguente: “La città esalta con le pietre del Carso la gloria dei suoi figli 1915-1918”.

 Nel sacrario è conservato un monolito di granito col nome dei 650 caduti comaschi nella prima guerra mondiale.

Sul lato nord, si trova la frase pronunciata dal Sant’Elia:

“O questa sera a Trieste, o domani in paradiso con gli eroi”.

VILLA SCACCHI

Fu costruita dalla famiglia Raimondi, che successivamente la passò ai Carminati. L'edificio poi divenne proprietà dei marchesi Resta-Pallavicino, antica famiglia patrizia milanese. Il suo nome odierno lo si deve all’ opera di Giuseppe Sacchi, proprietario della villa che negli anni '50 la restaurò in stile classico. La villa, che fu eretta tra la fine del '700 e dell'800, si presenta come un edificio di buona architettura, molto suggestivo è il terrazzo pensile ed elegante appare il colonnato classicheggiante. All'interno pareti e volte sono arricchite da stucchi decorativi di grande finezza ed eleganza attribuibili al Giuseppe Piermarini e a Giocondo Albertolli.

BASILICA DI SAN GIORGIO

La chiesa, edificata tra il 1050 e il 1075, ha quasi perso del tutto il suo precedente aspetto di chiesa romanica, in quanto fu ricostruita nel 1644 e ultimata a inizio ‘700 da una facciata barocca opera di Agostino Silva.

Fu restaurata poi nel 1876 e dell’antica struttura è visibile all’ esterno un’abside decorata con semi colonne addossate a lesene.

L’interno a croce latina a tre navate conserva l’antica abside maggiore con affreschi databili tra i secoli XI e XII e inoltre stucchi e affreschi secenteschi.

Altri affreschi, di Gian Paolo Recchi, sono visibili nella volta della cappella destra dell’abside maggiore e nella volta antistante al presbiterio e raffigurano San Giorgio che uccide il drago.

L’ altare maggiore è dedicato alla Vergine, rappresentata da una statua di Giuseppe Bayer (XIX secolo).

VILLA SAPORITI (LA ROTONDA)

Fu costruita tra il 1791 e il 1793 per volontà dalla marchesa Eleonora Villani, discendente dagli Sforza Visconti di Caravaggio. Nel 1858 la villa venne ceduta al tribunale di Como che la mise all’asta e divenne proprietà del marchese Rocca Saporiti, che le assegnò quindi il nome odierno.

La villa, progettata da Leopold Pollack, ha l'ingresso principale verso via Borgovico, sul retro invece si affaccia sul lago con un corpo centrale tondeggiante contenente il salone a pianta curva, da cui villa prende anche il nome de "La Rotonda".

Tale parte è scandita da semi colonne che sorreggono il cornicione, sul quale si trova un attico con finestre ovali alternate a pilastri sormontati da statue. L'interno presenta un salone con alte colonne scanalate che reggono la volta dipinta a motivi neoclassici.

Uno scalone a forbice di Luigi Cagnola conduce al primo piano, in cui si trovano un salottino dal pavimento in mosaico in stile classico e la biblioteca.

La villa (in cui soggiornò anche Napoleone, nel 1797) fu ceduta nel 1950 all' Amministrazione Provinciale, di cui oggi è la sede.

VILLA GALLIA

Villa Gallia fu costruita nel 1615 come residenza estiva dall’abate Marco Gallio.  La famiglia Gallia, una delle più antiche di Como, è citata nei documenti cittadini fin dal 1269. Tra i suoi esponenti più importanti vi furono Tolomeo, vescovo e cardinale, (vedi nota nella pag.29) e suo nipote, Marco appunto, studioso, bibliofilo, umanista e ammiratore del Giovio, che volle costruirsi ai margini della città una villa estiva. 

Egli però restò a Roma con lo zio cardinale, per poi trasferirsi definitivamente a Como alla morte di quest’ultimo nel 1167.

Dai discendenti di Marco Gallio l'edificio passò ai Bossi Fossani, ai Bellotti e ad altri proprietari.

Nel 1874 la acquistò il barone Sabino Leonino, che pose mano ad un restauro costruendovi darsena e scuderie e nel 1901 la proprietà fu acquisita dai Crespi.

Oggi la villa appartiene all'Amministrazione Provinciale di Como.

Essa ha tre piani e due facciate, una delle quali si affaccia sul lago con un ampio giardino. All’ interno le pareti sono scandite da colonne scanalate, dipinte da Isidoro Bianchi e si trovano affreschi di soggetto mitologico, dipinti dal Morazzone tra il 1615 e il 1618.

VILLA COLLI

VILLA PARRAVICINI

Villa Parravicini fu edificata nel 1790 su commissione dalla famiglia Rezzonico.

Nel 1822 la vedova del cavalier Aurelio Rezzonico vendette la proprietà, che passò attraverso numerosi eredi fino a giungere nel 1950 ai conti Parravicini.

La villa è un'elegante costruzione a due piani, con il piano terreno elevato su una breve scalinata.

Il prospetto, rivolto a lago, è ornato da semi pilastri che terminano con capitelli ionici.

Il corpo centrale è sovrastato da un grande timpano; ci sono poi due ali simmetriche.

I piani superiori, sono oggi divisi in appartamenti.

VILLA VOLONTE'

Villa Volontè fu realizzata alla fine del XVIII secolo dalla famiglia Fontana e successivamente passò ai Mondolfo, ai Casati Brioschi, e ai Volontè di cui porta il nome. 

L’edificio è in stile neoclassico, composto  da due corpi  simmetrici collegati da un porticato con  balaustra, che presentano frontoni con bassorilievi e statue.

VILLA OLMO

Il luogo dove ha sede la villa era fin dall’antichità un bosco di olmi ed è quello in cui nel 1136 vi fu la costruzione del convento degli Umiliati, chiamato S.Maria di Vico.

Fino alla seconda metà del XVII secolo su questa  proprietà detta dell’“Olmo”, per la presenza all’interno di essa di un olmo secolare e gigantesco, si susseguirono vari ordini religiosi: nel 1618 vi si insediò l’ordine dei minimi di S.Francesco di Paola, e verso il 1660 subentrarono gli Osservanti. Alla metà circa del XVIII secolo risultò unico proprietario dell'Olmo il marchese Innocenzo Odescalchi che nel 1782 fece iniziare i lavori della sontuosa villa mettendo a capo del progetto l’architetto S.Cantoni. La realizzazione della villa durò qualche anno: la parte centrale fu ultimata nel 1789, le laterali nel 1796. L'anno successivo vi soggiornò Napoleone e nel 1805 Giuseppina, Imperatrice, visitò nuovamente la villa. Il Bonaparte fu uno dei primi di una lunga lista di persone eminenti che soggiornarono o frequentarono la villa. Ricordiamo Ugo Foscolo, ospite a Como del conte Giovio e  nel 1835 vi soggiornarono la Regina delle Due Sicilie Maria Cristina con Maria Teresa Cristina, Regina di Sardegna. Nel 1838 la villa accolse ospiti eccezionali: l'Imperatore d'Austria Ferdinando I , Maria Anna Carolina e illustri personaggi quali Metternich e Radetzky.

Morto nel 1824 Innocenzo Odescalchi  la villa divenne possesso del marchese Raimondi suo parente, che volle apportare delle trasformazioni al piazzale in fronte la villa e alla darsena. Egli era però legato ai cospiratori del 1848 nemici degli austriaci. Costretto a rifugiarsi nell'agosto del 1848 in Canton Ticino dopo il ritorno austriaco a Como, subì il sequestro della villa, che fu  ridotta a caserma. Egli poté rientrare in patria solo nel 1859. Il marchese Raimondi fu amico di Garibaldi e pare che proprio presso la villa nacque l’amore  tra il generale e Giuseppina Raimondi che convolarono a nozze nell’altra villa del marchese,  a Fino Mornasco.

Nel 1883 l'edificio passò al duca Guido Visconti di Modrone, una delle maggiori figure dell’aristocrazia lombarda, che diede alla villa ulteriore splendore e l’attuale conformazione.

Egli fece demolire  le due ali sporgenti sul piazzale, ampliando la corte che venne decorata da aiuole e fu posta la fontana in marmo opera dello scultore milanese G.Olofredi.

Altri lavori riguardarono le scuderie, venne rifatta anche la casa del custode e nel parco fu eretto un tempietto neoclassico.

La facciata  presenta un corpo centrale proteso in avanti suddiviso da sei colonne in stile ionico e medaglioni raffiguranti filosofi ed è coronata da una balaustra con otto statue.

Al centro è posto lo stemma in pietra dei duchi Visconti di Modrone sostenuto da putti e sormontato dalla corona ducale (che sostituì l'originaria pietra con la parola Olmo).

Anche la disposizione interna dei locali e in parte le decorazioni furono rinnovate per volere del duca. 

Il grande atrio si sviluppa in altezza per ben tre piani. Lo stesso Re Umberto I, rimase talmente ammirato da quest’ambiente che volle ricreare tale architettura e decorazione in una parte della villa di Monza (progetto poi mai eseguito).

 

A pianterreno, colpiscono del vasto salone la ricchezza delle decorazioni delle porte, delle pareti, delle dorature, dei cristalli e delle statue. Lo stesso effetto si ha procedendo sullo scalone, che presenta marmi, stucchi, balaustre lavorate, specchi neoclassici e un affresco di A.Appiani di soggetto mitologico.

Seguono il salone degli specchi e il salone delle nozze, di forma quasi ovale, arricchito nella volta da un affresco di incerta attribuzione, forse dello stesso Appiani.

Sono presenti poi numerosi fastosi salotti: la sala Garibaldi, quella di Bacco, la sala quadrata e quella di Diana.

Nel 1883 fu aggiunta la costruzione del teatrino, un vero gioiello, che seppur di piccole dimensioni(92 posti, di cui 72 in platea e 20 su una graziosa balconata) ha un’acustica perfetta.

Il palco è inquadrato da una cornice di legno dorato e il soffitto è affrescato.

Gli eredi del duca  G. Visconti di Modrone cedettero nel 1926 l'immobile al comune di Como, che lo riportò all'antica bellezza e lo destinò a sede di congressi di manifestazioni e di esposizioni.

La prima importante occasione in cui la villa venne utilizzata in tal senso è da riferirsi all’ Esposizione Voltiana nel 1927,  realizzata per il Centenario della morte di Alessandro Volta.