ISOLA COMACINA

L'isola Comacina  è una piccola isola lunga 600 metri, larga 200 metri con una superficie di 7,5 ettari  che ha un grande interesse naturalistico ma anche storico.

 

STORIA

 

Le prime fortificazioni  sull’ isola pare siano state costruite dai  Galli e poi dai romani (da una comunità detta degli Ausuciates da cui deriva il nome di Ossuccio) mentre nel tardo Medioevo l’ Isola (come tutta la regione lariana) era caduta sotto il dominio del regno gotico e successivamente sotto quello longobardo.

 

L’ isola fu spesso teatro di sconti militari come quando nelle sue fortificazioni si erano rifugiati i partigiani di Berengario II (re d’ Italia 950-961), il figlio Guido, il conte di Castelseprio Nantelmo ed il conte di Lecco Attone. Vennero attaccati dal Vescovo di Como Waldone, alleato dell’ imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia e di nuovo l'isola venne rasa al suolo. Como ottenne giurisdizione su tutto il lago di Como anche dai successivi imperatori Ottone II, Arduino e da Corrado II (prima metà XI secolo).

Ma le vicende storiche dell’ isola hanno il loro punto cruciale (e finale) durante il  XII secolo nel solco dei conflitti che vi furono tra i comuni di Milano e Como e l’ intervento dell’ imperatore Federico Barbarossa nella famosa vicenda che lo vide opporsi ai comuni della Lega Lombarda.

Gli scontri tra Milano e la città lariana erano cominciati per il controllo del  territorio lacustre e dei  fondamentali valichi alpini e vie di comunicazione verso nord  in cui presero  parte non solo le due città ma tutte le terre del territorio lariano che si schierarono in molti casi contro Como.  Così come l’ Isola Comacina che nelle vicende alterne del conflitto subì nel 1119 la distruzione della sua  flotta e nel 1124 addirittura l’ occupazione dell' isola stessa. Il conflitto tra le due città vide però nel 1127 la vittoria dei milanesi con la conseguente distruzione della città lariana. Ma le vicende belliche erano tutt’ altro che terminate…

 

Il conflitto tra le due città lombarde proseguì infatti quando vi fu  un nuovo scontro tra nel solco i Comuni lombardi e l’ imperatore Federico Barbarossa. Como, alleata di quest’ ultimo ebbe la sua rivincita nel  1169 sulle terre “ribelli” alleate dei milanesi tra le quali l’ Isola che venne distrutta dalle fondamenta e rasa al suolo; tutte le  fortificazioni, le case e le chiese vennero abbattute e i sassi dispersi nel lago affinché non potesse essere ricostruita.  Un decreto imperiale del 1175 di Federico Barbarossa decretò il divieto alla ricostruzione e riportava la seguente frase: «Non suoneranno più le campane, non si metterà pietra su pietra, nessuno vi farà mai più l'oste, pena la morte violenta».

I fuggiaschi scampati fuggirono a Varenna, sulla sponda opposta del lago, che di conseguenza venne per un certo tempo chiamata Insula nova.

Da allora l’ Isola Comacina è disabitata, anche se nel  XVII secolo si costruì la chiesa dedicata a san Giovanni (da qui il nome di “san Giuann” all'isola  accanto a quello di “castell” con il quale veniva chiamata dagli abitanti di Ossuccio che si trova di fronte all’ isola ).Dagli abitanti di Ossuccio viene ancora chiamata el castell (il castello).

 

Una curiosità sulla proprietà dell’ Isola è che, dopo stata di proprietà dell’ arcivescovado giunse nelle mani di Giuseppe Caprani che nel 1919 la lasciò in eredità al re Alberto I del Belgio. Quest’ ultimo però la donò Stato italiano nel 1920 che a sua volta la cedette poi  ll'Accademia di belle arti di Brera (che ancora oggi ne detiene la proprietà) con lo scopo di costruire un villaggio per artisti e un albergo, cosa mai avvenuta eccetto la costruzione nel 1939 di tre villette in stile razionalista su progetto dell'architetto comasco Pietro Lingeri. Prive di elementi decorativi sono invece al massimo funzionali sul modello della casa per vacanze di Le Corbusier  con l’ utilizzo di materiali locali come la pietra di Moltrasio e il legno di castagno.